Cellule Staminali e Terapie: Provenienza delle cellule staminali

Augusto Pessina, Coordinatore Gruppo Italiano Staminali Mesenchimali (GISM)

Dipartimento di Scienze Biomediche Chirurgiche e Odontoiatriche, Università di Milano

La ricerca di base sulle cellule staminali procede  con importanti risultati e nel campo delle cosiddette terapie cellulari  sono molte le sperimentazioni cliniche dalle quali si attendono risposte utili. Purtroppo la ricerca , se fatta con regole precise, prevede tempo e  le fughe in avanti con notizie incontrollate o imprecise generano solo confusione e false aspettative. Può essere utile in questa situazione ricordare, semplificando al massimo, alcuni aspetti circa  la  provenienza delle cellule staminali umane. Esse infatti possono essere  isolate ed espanse da embrioni , da  donatori adulti, oppure ottenute da cellule adulte modificate con manipolazioni genetiche appropriate (le cosiddette IPs).

1. Nella attuale situazione la preparazione delle cosiddette “cellule staminali embrionali” prevede la distruzione dell’embrione per disaggregarne le cellule che sono tout court le cellule dell’embrione stesso. Esse non risultano da un prelievo di cellule da embrione (oggi non praticabile) e la procedura coincide con la uccisione dell’embrione nel suo stadio più iniziale di blastocisti. Sebbene trial clinici siano in corso per il loro utilizzo ,soprattutto in campo neurologico, va sottolineato che tale procedura è da ritenere contraria alle norme etiche.

2. Le staminali isolate da individui adulti possono essere facilmente ottenute da vari organi o tessuti. Sono note a tutti le  staminali emopoietiche utilizzate da decenni nei trapianti di midollo. Di grande interesse le staminali mesenchimali  prelevate utilizzate nei trapianti emopoietici per contrastare il rigetto contro l’ospite e per la riparazione di ossa e cartilagine. La loro  multipotenza differenziativa e la loro attività farmacologia le ha fatte diventare oggetto di numerosi studi di base, preclinici nell’animale e anche clinici e centinaia sono i trials clinici  per confermarne la sicurezza e la possibile efficacia terapeutica in varie patologie. Da oltre un decennio si utilizzano cellule staminali limbiche per la ricostruzione dell’epitelio corneale e cellule per la ricostruzione della pelle nelle gravi ustioni.

3. Le cosiddette cellule staminali pluripotenti (induced Pluripotent Stem cells – iPSc)  ottenute da cellule adulte normali  «riprogrammate» con vari metodi (vettori virali, transposoni e  metodi farmacologici). Questa metodologia, è stata da molti salutata come una vittoria etica perché permette di ottenere cellule con potenziale differenziativo  simile a quelle embrionali  senza la necessità di creare e distruggere embrioni umani. Purtroppo però occorre tenere presente che queste cellule, sicuramente di enorme utilità per studi di patologie in vitro e in vivo, destano  alcune perplessità per i risvolti etici che implicano. Per esempio , in queste sperimentazioni è  spesso richiesto l’uso parallelo di cellule embrionali umane per stabilire l’equivalenza tra iPS e cellule embrionali . La possibilità di utilizzare in terapia queste linee cellulari sembra  dover richiedere necessariamente lo studio delle iPS in modelli animali e quindi la probabile necessità di creare chimere e ibridi uomo animale. Anche la derivazione di gameti a partire da iPS, per aprire la strada alla loro applicazione nel campo della infertilità, pone la necessità  di verificarne la funzionalità e quindi di dover creare e distruggere in laboratorio altri embrioni umani.

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