Famiglia – Perché difenderla

Perché difendere la famiglia

“Il Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, appena celebrato, è stato la prima tappa di un cammino […]Vorrei che anche le consuete meditazioni delle udienze del mercoledì si inserissero in questo cammino comune. Ho deciso perciò di riflettere con voi, in questo anno, proprio sulla famiglia[…]”.

Con queste parole il Santo Padre Francesco ha iniziato a renderci partecipi di un tema di estrema attualità, che permea vari ambiti e ci coinvolge tutti.

Ciascuno di noi è chiamato a pensare, a darsi delle risposte, ad agire dopo aver constatato dove sta la Verità, lottare per essa. Lo stesso Francesco, in un mercoledì di inizio febbraio durante la catechesi sui bambini, ha detto “Ognuno di noi pensi e risponda”: e così, eccomi qui, una persona a cui sta a cuore il tema della famiglia e che leggendo le sante parole papali ha pensato di iniziare a condividerle nel tentativo di avviare una riflessione comune partendo dalla nostra quotidianità, dai tempi che stiamo vivendo, dall’organizzazione della società di cui siamo partecipi.

Vi presenterò, così, i tratti salienti delle Catechesi di Papa Francesco sulla Famiglia iniziate lo scorso dicembre col proposito di diffonderli nel cuore di tutti, iniziando dal mio.

Ho pensato di proporvi per prima la riflessione sul tema del matrimonio e della complementarietà uomo-donna, che il Papa ha iniziato a presentarci da metà aprile, perché come saprete nello stesso mese il nostro Parlamento – direi all’unanimità (398 voti favorevoli, 28 contrari) – ha approvato il cosiddetto “divorzio breve” esultando per il “grande passo verso la civiltà europea perché noi purtroppo sul campo dei diritti civili siamo ancora parecchio arretrati” (fonte ilGiornale.it, dichiarazione della relatrice Alessia Morani). Leggendo questa ed altre simili affermazioni mi sono domandata: come si può definire un progresso civile la possibilità di interrompere in tempi brevissimi l’istituzione su cui poggia lo Stato stesso?

Ricordo, infatti, che l’articolo 29 della Costituzione della Repubblica Italiana recita “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” e l’articolo 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo conferma che “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato”. Analizzando il significato della parole, evidenzio che il termine “riconosce” è utilizzato perché la famiglia precede lo Stato, è la colonna portante della società che lo Stato rappresenta ed organizza, e “naturale” dà risalto all’essenza stessa della famiglia formata da un uomo e da una donna, concetto anche questo ribadito nella Dichiarazione succitata, sempre all’articolo 16: “Raggiunta l’età nubile, l’uomo e la donna,[…] hanno diritto di sposarsi e di fondare una famiglia”. E da qui nasce la seconda domanda: come si può considerare legittima la proposta in discussione in questi mesi in Commissione Giustizia del disegno di legge Cirinnà per la “Disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili” le cui intenzioni mal celate intendono equiparare tout court ciò che non si può in quanto in contrasto con quanto sopra descritto?

Qualche ora prima dell’approvazione della legge sul “divorzio breve”, il Santo Padre esortava tutti al dovere di “riportare in onore il matrimonio e la famiglia perché la svalutazione sociale per l’alleanza stabile e generativa dell’uomo e della donna è certamente una perdita per tutti”. Ritengo fosse proprio questo il senso dell’onore che avevano in mente i padri della Costituzione nello stilare il suddetto articolo che termina

specificando “il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi”: parole che riassumono in forma laica quelle pronunciate da Francesco riguardo la reciprocità dell’uomo e della donna, perché il diritto naturale – cioè quel complesso di norme non scritte, universali, necessarie, preesistenti alle norme stabilite dallo Stato – comprende, oltre la religione, il patrimonio etico-razionale di ogni individuo e di ogni comunità.

Serena Venegoni

Famiglia Luce

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