Famiglia – Le difficoltà: le ferite

Le difficoltà della famiglia: le ferite

Continuando il percorso sulle difficoltà che affliggono la famiglia, Papa Francesco riflette sulle ferite provocate all’interno delle stesse famiglie – l’incomprensione, la violenza, il fallimento – e sulla cura per sostenere coloro che si sono divisi o che hanno subito la divisione.

In ogni famiglia ci sono momenti in cui i comportamenti dei propri membri possono creare sofferenze e tensioni, ad esempio “parole e azioni (e omissioni!) che, invece di esprimere amore, lo sottraggono o, peggio ancora, lo mortificano.” Ogni ferita se ben curata può guarire, ma quando ciò non accade si può aggravare generando “prepotenza, ostilità, disprezzo” che spesso portano a trovare consolazione altrove.

Quando l’amore coniugale si svuota la famiglia si sgretola e la “frana” cade addosso ai figli presenti e il Papa si chiede se “nonostante la nostra sensibilità apparentemente evoluta, e tutte le nostre raffinate analisi psicologiche, […] non ci siamo anestetizzati anche rispetto alle ferite dell’anima dei bambini”. Essi, infatti, sono i primi a soffrire e spesso, per compensare, li si riempie di regali, di beni materiali che concorrono alla totale perdita di senso delle stesse ferite che creano spesso in essi disturbi comportamentali e psichici: “quando gli adulti perdono la testa, quando ognuno pensa solo a sé stesso, quando papà e mamma si fanno del male, l’anima dei bambini soffre molto, prova un senso di disperazione. E sono ferite che lasciano il segno per tutta la vita.

La famiglia è un tutt’uno indissolubile e quando al suo interno si creano fratture e ferite l’infezione contagia tutti i suoi membri. Quando una coppia che si impegna ad essere “una sola carne” perde questo obiettivo pensando solo alle proprie esigenze di libertà, crea una distorsione che “intacca profondamente il cuore e la vita dei figli” perché “le loro creature sono carne della loro carne […] tutte le ferite e tutti gli abbandoni del papà e della mamma incidono nella carne viva dei figli”. Possiamo comprendere meglio questa grande responsabilità di custodire il legame coniugale (cfr Mt 19,6-9) collegandolo al passo del vangelo in cui Gesù, con estrema durezza, ammonisce gli adulti a non scandalizzare i piccoli (cfr Mt 18,6).

Papa Bergoglio, riconoscendo i casi in cui la separazione si rende purtroppo inevitabile proprio per sottrarre i più deboli dall’avvilimento, dall’indifferenza, dalla prepotenza e dalla violenza, chiede a tutti noi una sentita preghiera e partecipazione per curare queste persone ferite con il cuore misericordioso di Dio.

Stessa profonda carità che va elargita nei confronti di coloro che, dopo un’esperienza irreversibilmente fallimentare, hanno intrapreso una nuova unione.

La Chiesa, pur ribadendo che tali situazioni contraddicono il Sacramento cristiano, si accosta ad esse con sguardo amorevole e cuore di madre animato dallo Spirito Santo perché “cerca sempre il bene e la salvezza delle persone”. Papa Francesco – riprendendo le parole espresse da San Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio – conferma che la Chiesa ha inoltre il dovere, «per amore della verità», di «ben discernere le situazioni» riguardo ad esempio la differenza tra chi ha subito la separazione rispetto a chi l’ha provocata.

Discernimento e apertura, ascolto, incontro ed inclusione, infine, soprattutto nei riguardi dei piccoli: “come potremmo raccomandare a questi genitori di fare di tutto per educare i figli alla vita cristiana, dando loro l’esempio di una fede convinta e praticata, se li tenessimo a distanza dalla vita della comunità, come se fossero scomunicati?

Come affermava Papa Benedetto XVI a Milano le «semplici ricette» non esistono (Discorso al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, 2 giugno 2012, risposta n. 5), pertanto tutta la comunità cristiana è chiamata ad una “fraterna e attenta accoglienza, nell’amore e nella verità” seguendo l’esempio dell’icona biblica del Buon Pastore (Gv 10,11-18) che “conosce ognuna delle sue pecore e nessuna esclude dal suo infinito amore!”. La Chiesa sarà così “la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa” (Esort. ap. Evangelii gaudium, n. 47).

Serena Venegoni

Famiglia Luce

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