La Legge 40 dopo 10 anni

Quando mi è stato chiesto un bilancio in merito a cosa è rimasto della Legge 40 del 2004 a distanza di dieci anni dalla sua approvazione, la tentazione di lasciare un foglio bianco è stata fortissima. Di fatto, della Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, non è rimasto praticamente nulla. È noto che la L.40/2004 avrebbe dovuto normare l’accesso delle coppie alle cure per la sterilità. Durante il periodo del referendum, con il quale i radicali avevano chiesto l’abrogazione, inizialmente di tutta la legge e poi solo di alcuni punti cruciali, si era fatto un gran dibattito e si sono avute anche molteplici occasioni, anche per i non addetti lavori, di chiarirsi le idee in un campo effettivamente un po’ complicato come quello delle cure della sterilità e della fecondazione artificiale. Vale comunque la pena precisare che la cura della sterilità non è la fecondazione artificiale, ma sono tutte quelle procedure volte alla diagnosi e alla terapia delle patologie che possono portare alla sterilità. La fecondazione artificiale può bypassare solo alcuni di questi problemi. Quando si ricorre alla fecondazione artificiale senza aver posto una diagnosi sull’origine e sulle cause della sterilità, cosa che troppo spesso accade, quand’anche si riuscisse ottenere una gravidanza, il problema di fondo, la patologia che ha determinato la sterilità rimane.

Cercare di fare una diagnosi, alle volte, viene considerato una “perdita di tempo”. In realtà, la possibilità di conoscere la diagnosi di talune patologie, soprattutto quelle legate alla tuba, alle infezioni o all’endometriosi, potrebbe migliorare non solo i successi di chi cerca una gravidanza “spontanea”, ma anche i risultati della stessa fecondazione artificiale. In questo senso la Legge 40 parla di “gradualità” delle procedure. Ritengo, da medico e da ginecologo che si è sempre occupato di sterilità, che questo concetto di base faccia onore a chi si è occupato della stesura della legge. C’è un altro concetto di base che sottende un po’ a tutti gli articoli della legge 40: la tutela del concepito. Personalmente, per quanto scomodo possa sembrare questo concetto, io ritengo che anche esso sia di fondamentale importanza quando si parla di ricerca di un figlio. Il rispetto per il concepito, a mio modo di vedere, non è un concetto “cattolico”. Una legge che tenga conto di questo mi sembra semplicemente realistica, quindi ragionevole, perché può aiutare le coppie a non perdere di vista lo scopo di quello che si sta facendo e il termine ultimo dei loro desiderio di gravidanza.

Continua alla 2^ pagina

spaziatore trasparente

Permalink link a questo articolo: http://www.movimentovitamilano.it/la-legge-40-dopo-10-anni/