Vincent Lambert e l’abbandono del malato

Vincent Lambert e l’abbandono del malato

In Francia dopo 10 giorni di agonia , mascherata da una sedazione profonda, è morto per fame e sete Vincent Lambert in stato vegetativo dal 2008, un grande disabile ma non un malato terminale come mostrano questi 10 giorni di resistenza.
Vincet respirava da solo, era accudito dai genitori e nè lui nè i suoi genitori hanno mai chiesto di interrompere le cure, la moglie con l’assenso dei giudici ha invece chiesto di interrompere i sostegni vitali. Molti medici avevano raccolto firme per vietare l’interruzione di questi sostegni, il Vaticano e il papa Francesco parlano di sconfitta dell’umanità. Ci troviamo di fronte a una morte voluta dalle istituzioni giudiziarie francesi contro la volontà di parte della famiglia e senza nessuna dichiarazione del malato, alla faccia dell’autodeterminazione spesso sbandierata. La realtà quindi è ben diversa come da come vogliono presentarcela e come dimostrano altri casi ( Alfie e Charlie in Gran Bretagna): semplicemente lo Stato tramite i giudici decide di interrompere le cure a chi è inguaribile e costa alle strutture sanitarie, una deriva che inizia con casi che scuotono l’opinione pubblica e che poi potrebbe diventare la prassi come già succeede in Belgio e Olanda dove addirittura si pratica l’eutanasia a chi è depresso come successo alla giovane Noa Pothoven. Interessante la posizione espressa su Le Monde dallo scrittore francese Michel Houellebecq “Lo Stato è riuscito a fare ciò che gran parte della sua famiglia aveva insistentemente provato a fare da anni: uccidere Vincent Lambert”. E continua puntando il dito contro un reale problema che non deve essere sottovalutato “Se nelle strutture pubbliche ci fossero troppi Vincent Lambert, costerebbero un sacco di soldi”.
Papa Francesco ha ribadito il suo no alla cultura dello scarto e si è espresso contro l’abbandono di chi soffre “L’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza”. Sono le parole di Papa Francesco in un tweet, il giorno dopo la notizia della vicenda di Noa.e il 10 luglio ha detto “i medici servano la vita non la tolgano”. In questi giorni si sono riunite a Roma 30 associazioni cattoliche per il convegno “Diritto o Condanna a morire per le vite inutili?” ponendo l’attenzione alla deriva che l’introduzione dell’eutanasia o del suicidio assistito porterebbero in Italia e sottolineando che invece va finanziata maggiormente la legge 38/2010 sulle cure palliative che sono la risposta alle necessità e alla cura delle persone fortemente disabili.In un documento comune Movimento per la vita Scienza e Vita Forum delle Associazioni familiari e Forum delle associazioni sanitarie e Medici cattolici ribadiscono il valore della vita in ogni sua fase dal concepimento alla morte naturale e il diritto di cura di ogni malato. Ribadiscono il ruolo della comunità alla vicinanza e alla cura del malato. La Federazione degli Ordini dei medici e degli infermieri considera l’eventuale coinvolgimento in pratiche eutanasiche in contraddizione con le finalità e i valori dell’arte medica.


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