I rischi della propaganda transgender

legge omof. 
I rischi della propaganda transgender non preoccupano solo i cattolici
 

La polemica in merito alla propaganda Transgender interessa oramai diversi stati e trova in persone ben lontane dalla fede cristiana e cattolica nuovi oppositori perchè il buon senso e la difesa delle donne sono temi che rischiano di essere intaccati da questo tema. Persino un certo femminismo si sente minacciato da tale propaganda.

L’ultima a essere accusata di transfobia è stata la famosa autrice della saga di Harry Potter, JK Rowling, dopo che aveva replicato a una notizia dichiarando che solo le donne hanno il ciclo mestruale. Già in altre occasioni era stata accusata dalle associazioni LGBT come transfobica perché aveva difeso una attivista lesbica che si era dichiarata contraria a considerare una relazione con un trans, o perché aveva difeso una persona che aveva sostenuto che i sessi sono solo quello maschile e femminile.

Gli interventi della Rowling sono tutti in difesa della femminilità e della determinazione biologica del sesso “Se il sesso non è reale, non ci può essere attrazione per lo stesso sesso. Se il sesso non è reale, la realtà vissuta delle donne a livello globale viene cancellata. Conosco e amo le persone trans, ma cancellare il concetto di genere rimuove la capacità di molti di discutere in modo significativo delle proprie vite. Non è odio dire la verità. ” ha dichiarato la scrittrice.

La Rowling indica apertamente cinque ragioni per essere preoccupata dal nuovo attivismo transgender. Afferma di aver capito che era ora di esporsi e parlare. Secondo la Rowling il primo pericolo sta nel fatto che si rischia di eliminare il concetto di “donna” legato al sesso genetico e questo sostiene la scrittrice danneggerà le problematiche sociali legate alla condizione della donna.  In secondo luogo, la strategia dell’attivismo trans sta puntando molto sull’educazione dei bambini. Il tema forse è più sentito in Inghilterra che da noi visto che li dal 2006, gli “studi sul gender” fanno parte dei programmi didattici destinati alle scuole primarie e secondarie del Regno Unito e il Ministero della Salute, in rapporto, ha affermato che, rispetto a un decina di anni fa, il numero di minori intenzionati a cambiare sesso avrebbe registrato una vera e propria “impennata”. Persino il Times circa un anno fa denunciava «È in corso un esperimento di massa sui bambini, i più vulnerabili»: pubblicando una grande inchiesta sull’abuso di terapie bloccanti la pubertà da parte del Gids (Gender Identity Development Service). Non stupisce quindi la preoccupazione della Rowling.

Terza ragione è la libertà di parola, messa in pericolo da chi nel nome dei “diritti” pretende che tutti la pensino allo stesso modo sul tema dell’identità sessuale. La casa editrice della Rowling ha respinto l’idea di non pubblicare i suoi libri dichiarando che valuta i testi dei libri mentre le dichiarazioni pubbliche dell’autrice sono sue personali. Il quarto pericolo è così spiegato dalla scrittrice in merito a tutte quelle donne che vogliono “diventare” uomini, buttando nel cestino la loro fertilità e che poi se ne pentono. La Rowling è infine preoccupata dal fatto che l’attivismo trans ormai abbia parificato la pratica di rettificazione sessuale con quella di un’autocertificazione senza l’operazione chirurgica e la somministrazione di ormoni. Aver aperto le porte di bagni e spogliatoi femminili a qualsiasi uomo che si presenta come donna fa sì che il rischio di violenze e stupri sia elevatissimo.

La Rowling tocca questo aspetto con evidente partecipazione perché lei stessa, come scrive nel post, è stata vittima di abusi sessuali da parte dell’ex marito.

Riguardo ad alcuni di questi punti anche il Governo Jonhson sta cambiando la politica in difesa dei bambini e delle donne, infatti ha emanato norme contro il cambio di sesso dei bambini e forse interverrà anche sulla separazione di bagni e spogliatoi tra trans e ragazze.

Se in Gran Bretagna infuria il dibattito, in Italia quasi di nascosto spunta la proposta di legge dei parlamentari PD Zan-Scalfarotto sull’omotransfobia che vuole estendere i reati d’odio (istigazione a delinquere e o atti di violenza già puniti dal codice penale con gli articoli 604-bis e 604-ter) anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere.

Nessuno vuole giustificare alcuna violenza, che anzi contrastiamo in qualsiasi caso, ma come dichiara la Conferenza episcopale italiana (Cei) che esprime contrarietà alla legge in arrivo: «Non serve una nuova legge», «esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio». «Questa consapevolezza ci porta a guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame» perché «un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide». Il rischio per la CEI, come anche per le associazioni prolife e profamily, è quello di «introdurre un reato di opinione». Scatta infatti la domanda, visti anche gli esempi inglesi, se definire che esistono solo due sessi o dichiarare che la famiglia è l’unione di un uomo e una donna, sia considerato reato o odio transfobico.

Insomma pare che non ci siano più limiti alla propaganda, a rischio è la libertà di pensiero e sarebbe paradossale che persone che si sentono discriminate pretendano di discriminare altre che la pensano diversamente, e soprattutto che questo lo si faccia con una legge. Inoltre sembra che la legge introduca per i condannati l’obbligo di dimora, il ritiro della patente e del passaporto per un periodo di 1 anno, norme veramente vessatorie per un reato di opinione.

C’è poi il grande tema della difesa dei bambini: assurdo che la propaganda gender vada a influenzare bambini ancor prima della pubertà, ancora più assurdo che lo si voglia fare tramite la scuola.

Il problema della difesa dei diritti delle donne è un altro grande tema perché sia nello sport che nella condivisione dei bagni le persone più fragili e più discriminate saranno le ragazze e le donne.

 

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